Quella del 4 novembre 2024 è una data storica. Il giorno dell’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate. La data che ricorda l’Armistizio di Villa Giusti – entrato in vigore appunto il 4 novembre 1918 – che consentì agli italiani di rientrare nei territori di Trento e Trieste. E di portare a compimento il processo di unificazione nazionale iniziato in epoca risorgimentale. E, per tutti, il momento fissato nel calendario in cui onorare i sacrifici dei soldati caduti in difesa della Patria il 4 novembre 1921: quando ebbe luogo la tumulazione del “Milite Ignoto”, nel Sacello dell’Altare della Patria a Roma. Un momento di unificazione. È una celebrazione, non una commemorazione, poiché questa è una data che allo stesso tempo fa memoria della nostra storia collettiva, invigorisce l’amor di Patria ed è garanzia di sicurezza per il nostro futuro nazionale. La data del IV Novembre ha un alto e ampio significato: è la coscienza dell’unità nazionale e morale di tutti gli Italiani; è il riconoscimento dell’indispensabile valoroso presidio delle forze armate a difesa e affermazione dei princìpi di indipendenza, libertà e sicurezza. Purtroppo, la faziosità ideologica e politica hanno reso per molti cittadini italiani il IV Novembre una celebrazione quasi desueta, ridotta al rango di festa secondaria in giorno feriale. Anni e anni di propaganda antinazionale mai sufficientemente arginata, di condanna sistematica del passato, perché avvenuti dalla “parte sbagliata”, di discriminazione dei caduti, stanno riducendo in molti casi la giornata del IV Novembre in una mesta commemorazione da parte di cittadini per lo più anziani, e in una rituale parata di consuetudine delle istituzioni e delle associazioni d’arma. Ma in questi giorni da più parti si chiede che dal IV Novembre emerga un segnale evidente della volontà di riemergere dell’intero popolo italiano sul piano civile, sociale e morale. Nella giornata dedicata alle forze armate bisogna rinsaldare volontà e sentimenti che rafforzino il filo che unisce il nostro passato storico al presente e al nostro futuro. Questo proposito unitario sostenga l’impegno e il sacrificio dei nostri militari di ogni ordine e grado sia sul territorio nazionale che nelle missioni nelle zone di guerra all’estero. A conferma degli intendimenti patriottici oramai è ampio un fronte che riafferma con consapevolezza l’identità di italiani. Lo dobbiamo alla nostra storia mentre la guerra è nel cuore del continente e vicino si combatte e si muore infrangendo il lungo sogno di una pace scontata. Due anni dopo, quell’auspicio è diventato legge e il 4 novembre 2024 sarà la prima, formalmente riconosciuta, Giornata dell’unità nazionale e delle Forze armate. Solennità civile anche se non giorno festivo. Ma, in ogni caso, l’anniversario della Vittoria nel 1918 rientra a pieno titolo nel calendario civile nazionale dopo una bizzarra latitanza. Perché il 4 novembre è allo stesso tempo una delle celebrazioni più tradizionali dello Stato unitario e una delle più bistrattate. In linea teorica dovrebbe rappresentare l’occasione per riunire gli italiani attorno a una delle poche memorie condivise della propria storia. Molti di coloro che l’avevano voluta, i Calamandrei, i Lussu, i Battisti, credevano sinceramente all’idea che battersi contro gli Imperi Centrali significasse anche costruire un’Italia e un’Europa più libere. Gli interventisti non erano tutti una banda di nazionalisti sanguinari. Solo oggi “unità nazionale” e “Forze armate” tornano a occupare insieme un posto nell’identità collettiva. C’è un passato da recuperare come fondamento del patriottismo, ricordando tutti coloro che si sono sacrificati sull'Altare della Patria e della nostra libertà per l'edificazione di uno Stato democratico e unito. Coltivare la loro memoria significa comprendere l'inestimabile ricchezza morale che ci hanno trasmesso. La Repubblica sa di poter fare affidamento sui suoi militari per la propria sicurezza e per sostenere la pace e la giustizia internazionale. In questo lungo percorso le Forze Armate italiane, al servizio del Paese, hanno operato con abnegazione e valore per assicurare il mantenimento della sovranità nazionale e dell'integrità territoriale, del diritto internazionale. Ne è straordinaria dimostrazione l'impegno che uomini e donne in uniforme profondono nell'assolvimento dei compiti loro assegnati sia nelle delicate operazioni di mantenimento della pace in teatri esteri, sia sul suolo patrio in soccorso alla popolazione colpita da calamità naturali
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4 novembre: una celebrazione che unisce passato, presente e futuro