Mai frase fu più adatta di quella che segnò la morte Don Diana . “La mafia è un cancro invasivo. Distrugge speranze, calpesta diritti. La mentalità mafiosa è qualunque ideologia disposta a offendere la dignità dell’uomo per soldi e potere”. Il presidente della Regione Vincenzo De Luca che offende e denigra don Maurizio Patriciello, prete di Caivano, un potente che “pugnala” il parroco della terra dei fuochi però a me ricorda la frase di Falcone: “la mafia ti colpisce prima denigrandoti…”. Denigrando un uomo di chiesa che si batte perchè ama la vita.Che sfida la camorra con parole piene, intense, appassionate. “I cittadini reclamano giustizia, impegno per la legalità. Il lavoro, la scuola, i percorsi educativi, i servizi sociali restano il primo antidoto alla peste mafiosa" grida ovunque don Maurizio. E per questo è sotto scorta. Parla di povertà don Maurizio e non le manda a dire "il provvedimento per il contrasto alla povertà emanato dalla politica è del tutto insufficiente", è "un piccolo passo avanti che raggiunge una fetta troppo piccola di persone". Di educazione: "Non possiamo dimenticare che l'educazione è il primo e prezioso investimento di una comunità aperta al futuro". E ricorda: "L'omertà uccide, la verità è speranza" dice a viso aperto e fronte alta ai giovani in tutta Italia. "La prima mafia si annida nell'indifferenza, nella superficialità, nel quieto vivere, nel puntare il dito senza far nulla e girarsi dall'altra parte. L'omertà uccide, la verità è la speranza" continua don Patriciello Ma nella consueta diretta facebook, il governatore campano per avere qualche like tipo sprezzante ragazzina dodicenne vezzosetta non trova battuta migliore che dire “con la Meloni ho visto un prete che chiamiamo Pippo Baudo dell'area nord di Napoli con relativa frangetta”. Così, deridendolo, il presidente della Regione Campania definisce don Maurizio Patriciello, un prete, un uomo che cerca di combattere la camorra e dare risposte alle famiglie perbene dove quelli come De Luca non sono riusciti a farlo, o non hanno voluto farloE bravo presidente, che battutona. Bravo! Bravo! Proprio simpatico bello seduto sulla sua poltrona con il culo al caldo e le ciabatte di seta bianco candide di chi non ha mai lavorato. Passa qualche ora e don Maurizio risponde sempre via social: “Caro presidente, caro fratello Vincenzo De Luca, la sua ironia nei confronti di un povero prete dell'area nord di Napoli, la stessa della quale lei ebbe a dire: "A Caivano lo Stato non c'è. Stop" mi ha tanto addolorato. Se era questo che voleva, c'è riuscito”. E continua: “Che dirle? Alle offese e alle minacce - larvate o meno - ci sono abituato da tempo. Non a caso, da due anni vivo sotto scorta. Un conto, però, è quando arrivano dai camorristi, ben altra cosa, invece, quando a pugnalarti a tradimento è una persona come lei. Fa niente” Il Presidente De Luca dimentica – o forse no – che Padre Maurizio vive sotto scorta perché è diventato un obiettivo dei camorristi che non gradiscono la sua tenacia nell'allontanare i giovani dalla droga e dalla criminalità. E invece di aiutare Padre Maurizio, fargli sentire il sostegno delle istituzioni, De Luca lo deride, e così facendo dà un segnale spaventoso. Ma padre Maurizio non è solo. Gli uomini e le donne che non hanno scambiato le istituzioni per il palcoscenico di un cabaret, ma svolgono il loro compito con disciplina e onore, conoscono e riconoscono il valore dei suoi sacrifici Ricordandosi che “La mafia uccide, il silenzio, l’offesa e la menzogna pure.” Leo Nodari

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