Pane, pasta, olio vino, sono i pilastri della nostra alimentazione mediterranea che hanno accompagnato fin dalle origini la religione e la civiltà europee. E la scienza oggi ne ha fatto una preziosa ricetta di benessere che concilia gusto e salute. Si parlerà di questo in un convegno che si terrà Venerdi 26 maggio alle ore 11 nell’Aula magna dell’Istituto alberghiero “Cerulli – Crocetti” di Giulianova nell’ambito della rassegna promossa dallo stesso Istituto in collaborazione con la onlus “Gastrosofia.it”.

Interverranno al dibattito Il dirigente scolastico Luigi Valentini; la consigliera regionale Simona Cardinali: Pietro Campanaro medico nutrizionista specializzato in scienza della alimentazione; il giornalista Leonardo Nodari presidente della onlus “Gastrosofia.it” autore del libro “Sostenibilità e sovranità alimentare”.

Pasta, pane, vino e olio, sono i cibi simbolo di questo regime alimentare “mediterraneo”, che mette d’accordo benessere, ambiente e sviluppo, uomo e territorio, gusto e sostenibilità. E oltretutto regala una longevità felice aggiungendo vita agli anni e non semplicemente anni alla vita. I primi a dirlo, prove scientifiche alla mano, sono stati Ancel Keys e Margaret Haney i due scienziati americani che hanno riscoperto questo antico stile di vita e lo hanno fatto conoscere al mondo. Ma soprattutto hanno inventato la definizione Dieta mediterranea nel loro bestseller “Eat well and stay well” ( Mangiar bene per stare bene), diventato la bibbia della tavola meridiana. Fatta di sapori semplici, grandi ingredienti, prodotti di terre generose scaldate da un sole splendente, accarezzate dalle brezze salate che esaltano la sapidità dei piatti. Grazie anche all’apporto delle erbe aromatiche come basilico, menta, origano, timo, peperoncino le spezie dei poveri, in grado di assicurare da sole uno strepitoso surplus di sapore. Ma al centro di tutto ci sono i pilastri di questo modo di mangiare, il grano, il vino e l’olio, la cosiddetta triade mediterranea. Onnipresenti sulle tavole di entrambe le sponde del Mare Nostrum, hanno accompagnato la civiltà europea sin dall’origine. Gli antichi Greci chiamavano gli uomini mangiatori di pane, quasi a sottolineare che gli altri popoli non erano umani, ma bruti carnivor

i. Questi tre cibi erano una Trinità alimentare. Tant’è vero che venivano considerati sacri come dono degli dei. I cereali erano un regalo di Demetra, la madre terra. L’olivo era un’invenzione geniale di Atena, la dea della sapienza e della intelligenza . E il vino lo aveva portato Dioniso, il dio dell’ebbrezza e del fermento vitale. Questa sacralizzazione, peraltro, era la prova dell’importanza vitale di questi alimenti per la salute dei singoli e delle comunità, degli uomini e dell’ambiente. E quando il cristianesimo diventò la nuova religione del bacino trasformò la triade nella materia del sacramento eucaristico. Facendo del pane e del vino, corpo e sangue del dio incarnato e dell’olio, lo strumento della sua segnatura divina. Non a caso Cristo in greco significa l’Unto, esattamente come l’ebraico Messia. C’è stato un passaggio di testimone fra il paganesimo e il cristianesimo, ma i simboli sono rimasti gli stessi, perché erano troppo importanti per la vita dei popoli mediterranei. E adesso, la moderna scienza della nutrizione ha fatto tesoro del messaggio delle antiche religioni facendone una preziosa ricetta di benessere, ed elevandolo a modello nutrizionale di comprovata salubrità. Oltre che di sostenibilità ambientale e sociale. Come sostengono le grandi agenzie internazionali che governano il corpo e la mente del Pianeta. Prima fra tutte l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), poi l’Unesco che nel novembre del 2010 ha proclamato la Dieta mediterranea patrimonio dell’umanità. E la Fao, organizzazione dell’Onu che si occupa di agricoltura, che nel 2012 l’ha indicata come il regime alimentare più ecocompatibile, l’unico in grado di nutrire il futuro conciliando gusto e salute. Dando così ragione ad Ancel e Margaret Keys, che negli anni Cinquanta scoprirono che questo modo di mangiare povero, fatto di cereali, verdure, legumi e di una modica quantità di carne giovava alla salute molto più delle diete opulente, strabordanti di carni e di grassi animali, responsabili delle malattie cardiovascolari

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